venerdì 27 settembre 2019

Acqua Pubblica, il M5S di Tarquinia raccoglie le firme per uscire dalla Talete Spa e tornare alla gestione diretta

Il M5S di Tarquinia aderisce alla raccolta firme promossa dal Coordinamento Comitati per l’Acqua Pubblica della provincia di Viterbo, ed invita i cittadini a venire a firmare al banchetto che si terrà il giorno sabato 28 settembre a piazza Cavour a Tarquinia, dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 17 alle 19.
Come tutti ormai sanno, ci battiamo per la gestione pubblica del servizio idrico da anni, e siamo stati l’unica forza politica ad opporci fattivamente al passaggio a Talete Spa, avvenuto sotto l’amministrazione PD a Giugno del 2016.

Oggi, fortunatamente, molti cittadini e anche alcuni politici che all’epoca erano favorevoli al passaggio del servizio idrico a Talete, sembrano aver cambiato idea sull’argomento, e finalmente hanno sposato questa battaglia per l’acqua pubblica che portiamo avanti con costanza dal 2015.

Il prossimo mese tutte le firme raccolte nella provincia di Viterbo verranno presentate al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, con la richiesta di attuare la famosa legge di iniziativa popolare n. 5/2014 che prevede la gestione diretta dei Comuni (o Consorzi) del Servizio Idrico Integrato, nel rispetto dei milioni di italiani che hanno votato il Referendum sull’Acqua del 2011 con cui è stato sancito che l’acqua è un bene di tutti. Vi aspettiamo!

sabato 7 settembre 2019

San Giorgio: “riqualifichiamo il Lido invece di cementificare il paesaggio agrario”

Tarquinia – Torniamo a parlare di San Giorgio, un tema che abbiamo particolarmente a cuore; è a rischio un’estesa superficie agricola. In campagna elettorale Giulivi ha ribadito più volte che non era una sua priorità, dichiarandosi indifferente alle manfrine del Commissario Prefettizio a favore delle lottizzazioni di San Giorgio, oggi invece non vede l’ora di cementificare e sottrarre all’uso agricolo un’ampia parte di fertile pianura tarquiniese.

È in buona compagnia: le forze politiche presenti in consiglio comunale, eccettuato il M5S, sono favorevoli a cemento e asfalto e tifano per il sacrificio dei 182 ettari di San Giorgio. Sacrificio inutile, perché il comparto immobiliare è in crisi e non dà segnali di ripresa in tutta Italia.

I motivi della crisi? Eccesso di case e consapevolezza che investire nel mattone non è più un buon affare; in caso di successiva vendita è impossibile recuperare quanto speso per l’acquisto. Ma allora quali capitali finiscono in operazioni economiche a perdere? È bene che il Sindaco Giulivi se lo chieda pensando a San Giorgio.

Cementificare San Giorgio equivale a “vendersi un rene” per campare. Costruiamo e intanto distruggiamo il bene primario della nostra economia: le terre agricole e il paesaggio agrario. Non solo, costruiamo San Giorgio e aumentiamo il carico sul Fiume Marta, che riceverà l’ulteriore flusso di liquami che Talete porterà al depuratore del Poderino a nostre spese, per una decisione del Commissario Prefettizio oggi fatta propria dal sindaco Giulivi. La nostra ricetta per sistemare il comprensorio San Giorgio è e rimane sempre la stessa: perequazione urbanistica per concentrare le cubature nelle zone compromesse.

Resta il fatto che un’attività edilizia che duri nel tempo non ha bisogno di nuove lottizzazioni ma di politiche che garantiscano un flusso continuo e consistente di lavoro e questo può accadere solo con una generalizzata riqualificazione del Lido, attuata incentivando il recupero del patrimonio edilizio esistente e molte delle case della nostra marina sono ancora allo stato di quando furono costruite oltre 50 anni fa. La riqualificazione del Lido può creare occupazione in quantità e per chi lavora nell’edilizia conta che ci sia lavoro, non che si debba per forza cementificare le nostre migliori terre agricole.

Ma il consumo di terre agricole non è solo questione di paesaggio e di insulto alla vocazione agricola di Tarquinia, c’è molto di più, perché cemento e asfalto sono corresponsabili dei cambiamenti climatici quanto la CO2 che fuoriesce dalle ciminiere.

Gli eventi atmosferici estremi degli ultimi tempi hanno riportato in primo piano il tema dei cambiamenti climatici che ormai quasi più nessuno nega. Tarquinia ne è purtroppo protagonista in negativo con quasi 800 ettari sottratti all’agricoltura negli ultimi 15 anni. Ci auguriamo che con “Giulivi 2” non si applichi la stessa ricetta di chi l’ha preceduto: una “cura da cavallo” a base di cemento e asfalto.