giovedì 21 luglio 2016

L'amministrazione agisca a salvaguardia dell'idroelettrico comunale e dell’ambiente

“Rischi anche per la qualità delle acque alla foce del Marta”

idroelettrico-comunale-tarquinia-addioLa possibilità di poter realizzare una centrale idroelettrica comunale a Tarquinia in loc. ex-Cartiera si fa sempre più remota. Nonostante i recenti proclami del PD locale in tema di ambiente e rinnovabili, l’amministrazione Mazzola non sembra voler contrastare in nessun modo una società privata, la Energie Nuove srl, che vuole realizzare due centrali idroelettriche di fronte alla ex-cartiera, con sottrazione di portata utile ad un futuro impianto comunale, specie d’estate quando il flusso del fiume Marta è scarso.

Infatti, con la realizzazione di queste centrali idroelettriche, la società concessionaria potrà attingere acqua alla diga di Montebello ininterrottamente, e quella non utilizzata a scopi irrigui sarà turbinata per produrre energia elettrica e verrà restituita, torbida, nell’alveo del Marta al di sotto della traversa della Cartiera. E’ ragionevole prevedere che questo comporterà conseguenze negative sulla qualità delle acque che il fiume Marta scaricherà in mare (con possibili ripercussioni sul comparto turistico del lido), poiché si perderà l’opera di sedimentazione e pulizia che attualmente è svolta nel corso naturale del fiume e nella diga della ex-Cartiera. In pratica per consentire a una società privata di fare profitti economici sfruttando un opera pubblica (la condotta adduttrice) la Regione autorizza la realizzazione di infrastrutture che potrebbero comportare ricadute di carattere ambientale.

Ma cosa sta facendo il comune di Tarquinia per tutelare il diritto dei tarquiniesi a produrre in proprio energia elettrica pulita dal Marta e salvaguardare la qualità delle acque alla foce del fiume? Praticamente nulla.

“Per questo motivo – dichiara il consigliere comunale M5S Marco Dinelli – abbiamo depositato una mozione per chiedere urgentemente l’impugnazione da parte del Comune di Tarquinia – in qualità di utente – della delibera n. 258 del 7.07.2016 del consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca, con la quale di fatto si autorizza la realizzazione dei manufatti che pregiudicheranno la riattivazione dell’idroelettrico comunale alla ex-cartiera, con le conseguenze negative che ne derivano”.

A tal proposito è giusto ricordare che il Comune di Tarquinia ha recentemente stabilito per il complesso della ex-Cartiera la destinazione strumentale al perseguimento di finalità istituzionali dell’ente ed al soddisfacimento di interessi pubblici” dichiarandolo “patrimonio indisponibile” (delibera di consiglio del 30/12/2015). Ci chiediamo allora come mai la stessa volontà politica di tutelare l’idroelettrico comunale non venga messa in atto anche in questo frangente.

Ci auguriamo che il Comune, in quanto consorziato e nell’interesse di tutti i cittadini, impugni entro i termini ammessi (dieci giorni dall’ultimo giorno di pubblicazione), la delibera in questione, come previsto dall’articolo 44 dello statuto dell’ente, e contrasti in tutte le sedi opportune anche l’iniziativa della società Energie Nuove s.r.l. relativamente alle opere suddette per salvaguardare la portata utile del fiume Marta per la futura produzione energetica comunale.

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giovedì 14 luglio 2016

Il PD di Tarquinia scherza, e intanto con Talete aumenteranno le bollette idriche

tarquinia_rincari_bollettaI recenti interventi della segreteria del PD di Tarquinia che in prima battuta potrebbero suscitare un po’ d’ilarità, poi sconcertano per il basso livello dei contenuti, soprattutto in tema di servizi pubblici locali, come quello del servizio idrico.

Partiamo dalla Talete Spa, società a cui il sindaco Mazzola e la sua maggioranza hanno appena affidato il servizio idrico integrato del nostro comune. La Talete era già sull’orlo del fallimento a luglio 2015, quando chiudeva l’esercizio precedente con un bilancio negativo per 4,3 milioni di euro. Una situazione critica che ha portato alle veloce sostituzione del presidente e di tutto il Cda e alla stesura di un nuovo “bilancio riparatore” con gli aiuti della Regione, per salvare la società dalla messa in liquidazione.

La grave situazione in cui versa Talete è frutto di una scellerata gestione voluta della politica, che in dieci anni si è preoccupata molto di poltrone e poco di oculata gestione della società, sperperando soldi in affitti di diverse sedi, appalti esterni, parco macchine e stipendi da favola per dirigenti e presidenti! Ricordiamo al PD – ma soprattutto ai cittadini – che la Talete, seppur partecipata dal pubblico, è un soggetto di diritto privato. Questo ha determinato l’impossibilità dei consigli comunali di contare nella gestione di un bene primario e essenziale come l’acqua.

Purtroppo la segreteria del PD fa finta di non conoscere la vera situazione della Talete Spa, ma soprattutto non fa alcun accenno al bando già indetto, per l’ingresso di investitori privati,profondamente caldeggiato dal sindaco di Tarquinia nonché presidente dell’Ato1, Mauro Mazzola, definitiva cessione del bene acqua al profitto. Viene così tradita la volontà popolare espressa con i referendum e mercificato un indispensabile bene comune. I partiti hanno disperato bisogno di risorse per foraggiare apparati di fedeli nulla facenti e nulla capenti. La dimostrazione palese che i cittadini con la tariffa pagano qualcosa di troppo, sta nel fatto incontestabile che i Tarquiniesi pagheranno bollette più care di circa il 10% per avere la stessa acqua.

Con l’ingresso dei privati in Talete viene bloccata una vera gestione di diritto pubblico, eliminando gli indispensabili processi di partecipazione dei Cittadini e dei Consigli Comunali, come invece previsto nella Legge Regionale di iniziativa popolare 5/2014 che indirizza ad una gestione pubblica del servizio idrico attraverso Consorzi di Comuni e Aziende Speciali. Esattamente quello che vorrebbero i 7.100 tarquiniesi (il 96% dei votanti) che nel referendum del 2011, assieme a 26 milioni di italiani, hanno espresso la chiara volontà di tenere lontani i privati dalla gestione di un bene primario come l’acqua. 7.100 cittadini tarquiniesi ai quali il sindaco Mazzola e la maggioranza si sono dimenticati di annunciare il rincaro della bolletta.

Il PD locale getta fumo negli occhi parlando di una Tarquinia “pulita, ordinata e organizzata” ma non basta cambiare discorso per non essere tacciati di complicità nell’assalto a molti beni comuni. E guardate con che faccia tosta promettono e proclamano sull’occupazione, sul rilancio del turismo, e sulla tutela ambientale. Su una cosa però hanno ragione: “chi ha memoria non dimentica, i fatti contano più di mille inutili parole”, di sicuro i cittadini non dimenticano il loro voto al referendum sull’acqua pubblica e si ricorderanno certamente della prossima bolletta.

Pubblichiamo di seguito una tabella comparativa delle tariffe del 2015 del comune di Tarquinia con quelle nuove della Talete Spa
TARIFFETARQUINIATALETE 
Tariffa agevolataEuro/mc 0,74Euro/mc 0,81
Tariffa BaseEuro/mc 1,13Euro/mc 1,24
Tariffa 1° eccedenzaEuro/mc 1,30Euro/mc 1,41
Tariffa 2° eccedenzaEuro/mc 1,47Euro/mc 1,61
Tariffa 3° eccedenzaEuro/mc 1,84Euro/mc 2,00
Tariffa servizio fognaturaEuro 0,14Euro 0,15
Tariffa servizio depurazioneEuro 0,35Euro 0,38
Quota fissa non residentiEuro 60,00Euro 69,30
Quota fissa restanti utentiEuro 24,00Euro 27,72


Di seguito pubblichiamo la delibera del passaggio a Talete, con presenze e votazioni:
Verbale di deliberazione trasferimento servizio idrico integrato a Talete S.p.A.

lunedì 4 luglio 2016

Centrale a Biogas? Preferiamo il rilancio dell'agricoltura e la nascita di aziende a zero impatto ambientale

biogas-da-forsuIl M5S Tarquinia ritiene provocatorio l’invito per un “incontro esclusivo”, lanciato sulla stampa dal Sig. Caucci, amministratore della Pellicano (la società che tratta i nostri rifiuti nella piana del Mignone, vicino alla Litoranea), che vorrebbe far arrivare “monnezza” (frazione organica) a Tarquinia da tutta la regione per circa 30.000 tonnellate l’anno, per farne metano, da bruciare in parte per produrre elettricità e la restante parte da vendere come carburante.

L’invito è provocatorio perché il M5S Tarquinia, che ha ragioni tecniche inoppugnabili per contrastare un progetto scellerato, ha una posizione pregiudizialmente contraria all’iniziativa, perché un territorio già profondamente colpito da fonti inquinanti andrebbe maggiormente salvaguardato, e non può passare il concetto che un’altra industria insalubre farebbe poca differenza. Ma purtroppo è questo il concetto che circola in certi ambienti: siamo una terra “da rapinare” cogliendo tutte le rendite possibili. E l’iniziativa che il consorzio Pellicano vorrebbe realizzare è una rendita, perché sta in piedi solo grazie agli incentivi statali.

Questa è una terra che non ne può più dei “cacciatori di rendite”: centrale a carbone, autostrada, idroelettrico, impianti fotovoltaici su suolo agricolo. C’è un copione che si ripete: la centrale a carbone, una rendita per ENEL da un miliardo di euro all’anno, che grava su questo territorio anche grazie alla complicità dei sindaci, che tra l’altro continuano a dimostrare da che parte stanno non partecipando all’Osservatorio Ambientale regionale dove potrebbero contrastare concretamente ENEL; e poi l’inutile autostrada della SAT, che ha sfilato l’Aurelia ai cittadini, bella e gratuita, per incassare la rendita dei pedaggi; anche in questo caso Caltagirone, le cooperative rosse, il Monte de’ Paschi di Siena e gli altri dell’affare devono ringraziare un sindaco, agevolatore dei cacciatori di rendite, che non ha l’agricoltura tra le sue principali preoccupazioni: guardate che fine miserabile ha fatto l’impianto per la trasformazione e la conservazione dei prodotti agricoli (conservificio/pomodorificio); e che dire dell’idroelettrico sul Fiume Marta, un’altra rendita per il fortunato di giro, che sembra stia nelle grazie del Governatore della Regione Lazio: per non parlare del  silenzio e dell’inerzia del sindaco che stanno fattivamente agevolando la società che vuole prendersi l’acqua del Marta per farne elettricità, sfruttando però a costo zero un impianto di proprietà pubblica: un’altra rendita “agguantata” che ci toglie la possibilità di fare in proprio elettricità.

Sig. Caucci, questo tipo di economia non può dare futuro ai giovani di Tarquinia e contrasta fortemente con la proposta del M5S. Non è infatti vero quanto affermato dalla Pellicano, e cioè “che in località Olivastro non esistono prodotti DOP, DOC, IGP, ecc..” poiché sono fortemente presenti e previsti da un progetto di rilancio agricolo della Regione Lazio che ha concesso a giovani agricoltori dei terreni dell’ARSIAL per la produzione controllata di prodotti biologici.

Noi vogliamo il rilancio dell’agricoltura e la nascita di aziende ad alto valore aggiunto e zero impatto ambientale, per creare posti di lavoro veri e duraturi (non i 5000 posti fantasma di Mazzola e gli industriali in coda fuori dal suo ufficio, che si strappavano i capelli per investire nella zona industriale di Tarquinia!).

Co
ncludiamo sull’invito di Caucci, ricordandogli che ci siamo già incontrati a due convegni pubblici ma soprattutto in sede di conferenza dei servizi dove la portavoce regionale Silvia Blasi ha chiarito i motivi della nostra contrarietà a questo progetto di industria insalubre di prima categoria nel cuore dell’economia agricola tarquiniese. Non lasceremo arrivare a Tarquinia 4000/5000 camion di rifiuti ogni anno per qualche euro in meno in bolletta e qualche posto di lavoro pagato a caro prezzo.