mercoledì 26 aprile 2017

Subito una pista ciclabile da Tarquinia al Lido

Il Lido di Tarquinia necessita di un cambio di passo per rivitalizzare un turismo chiuso nel modello delle seconde case. L’obiettivo è organizzare un’economia integrata dei servizi turistici da proporre a fruitori sempre più esigenti. Di qui parte la sfida per creare nuovi posti di lavoro. Per farlo occorre affiancare all’iniziativa privata un’attenta azione pubblica. Il programma del Movimento 5 Stelle prevede la cura dei beni naturali: sole, mare e spiaggia, e interventi strutturali per legare il Lido ad una propria identità, che avrà nel verde e nella mobilità sostenibile due tratti fondamentali; lo schema urbano di riferimento è la città giardino.

Tramite la mia azione amministrativa, se eletto sindaco, il Lido sarà caratterizzato da un sistema continuo di percorsi pedonali e piste ciclabili. Le polarità dei percorsi saranno sia le aree verdi, configurate come parchi tematici, sia i luoghi più importanti del territorio circostante (Saline, Gravisca …). Mentre le aree verdi avranno uno sviluppo progressivo, nell’immediato sarà progettata e cantierata con il primo bando utile, la fase A di una pista ciclabile Tarquinia-Lido di Tarquinia, per collegare subito la stazione ferroviaria al Lido, sfruttando il sedime del vecchio impianto d’irrigazione posto sul lato nord della SP Porto Clementino; la proprietà regionale eviterà impegnativi e costosi espropri generalizzati e consentirà di disporre dell’area in tempi rapidi. La pista ciclabile Stazione-Lido, oltre che per gli aspetti di mobilità alternativa, si farà apprezzare per la sua connotazione di sostenibilità ambientale, che caratterizzerà sempre più anche il Lido di Tarquinia. Completata la prima tratta, è prevista una seconda fase per collegare il Lido a Tarquinia capoluogo.

La ciclo-pista stazione-lido si connetterà anche all’asse ciclabile Ventimiglia-Roma, già finanziato dalle regioni interessate e localizzato nel nostro territorio lungo la direttrice della strada litoranea. Dopo il collegamento tra il Lido e Tarquinia, la rete di mobilità alternativa si diramerà ulteriormente unendosi anche alle percorrenze extra-comunali.

Ernesto Cesarini
Candidato sindaco M5S Tarquinia

martedì 18 aprile 2017

Cesarini (M5S): "Vogliamo una Tarquinia che difenda i propri beni comuni"

Ranucci mi dà del Don Chisciotte. Magari fossi io un visionario e le questioni che attanagliano Tarquinia solo mulini a vento. Invece è roba vera: la centrale a carbone, l’autostrada, la trasversale nord, l’osservatorio ambientale, l’idroelettrico, il nuovo cimitero, il bio-digestore, la privatizzazione dell’acqua potabile. La loro matrice economica è una: depredare Tarquinia dei suoi beni comuni, che fanno gola a chi cerca guadagni facili a nostre spese, anche grazie al fuoco amico di chi dovrebbe ben custodirli e non lo fa.

ENEL s’è presa la nostra aria, SAT ci ha sfilato l’Aurelia e 122 ettari di suolo agricolo, l’Osservatorio Ambientale controllato dall’inquinatore ci ha sottratto il diritto di difendere la nostra salute, ANAS vuole distruggere il nostro paesaggio e altro suolo agricolo, Energie Nuove srl monetizza la nostra energia idroelettrica, Talete spa s’è impossessata del nostro servizio idrico e presto arriverà Acea spa a darle manforte, Sistemi Cimiteriali srl lucrerà sui nostri defunti e il Consorzio Pellicano vuole togliere il diritto dei Tarquiniesi a decidere del proprio territorio in base alle sue vocazioni. Nei 10 anni dell’assessorato di Ranucci la razzia di beni comuni si è intensificata e ha raggiunto il culmine con la vicenda del nuovo cimitero, che l’assessore sta privatizzando in nome dell’ “emergenza”; ma chi l’ha fatta crescere l’emergenza se non l’assessore? Per inciso, se di Energie Nuove si sta occupando la magistratura romana, l’assessore dovrebbe chiarire se sono veri i legami tra quelli dell’idroelettrico e quelli del cimitero. Come Ranucci può constatare siamo costantemente presenti a vigilare. Capisco che gli crei fastidio, ma in questi dieci anni io c’ero sempre. Oggi ci sono anche come candidato sindaco del M5S per proporre agli elettori il progetto di un’altra Tarquinia. E per farlo volteremo pagina rispetto alla vecchia politica dell’assessore e del suo sindaco, che mi ha dato un motivo ulteriore per proseguire convinto: ha detto di non stimarmi; lo ringrazio, perché la sua stima mi avrebbe imbarazzato.

Negli ultimi anni, molte persone attente alla giustizia sociale e all’ambiente, hanno lavorato per riunire componenti importanti della società tarquiniese; ci sono riuscite ed io ne sono l’espressione. In questo tempo abbiamo incalzato l’amministrazione con critiche e proposte molto concrete, come quelle puntuali sui rifiuti o sul sociale. Insomma l’assessore può constatare che ero qui, a difendere Tarquinia e non avevo tempo per stare in una caverna come lui dice. Non so invece Ranucci in quale caverna o in quale sperduto resort stava mentre Mazzola faceva accordi con ENEL per agevolare l’accensione della centrale a carbone e azzerava la nostra battaglia per fermarla (la centrale ogni giorno brucia 10.000 t di carbone e rilascia 100.000.000 mc di fumi inquinanti) o quando insieme a Moscherini andava al Ministero dell’Ambiente per tentare di bloccare la nascita dell’Osservatorio Ambientale Regionale, presidio a difesa delle popolazioni inquinate. Oppure dov’era Ranucci mentre avvenivano tutte le altre razzie di beni comuni? Il M5S sta  lavorando per voltare pagina.

Ernesto Cesarini
Candidato Sindaco M5S Tarquinia

giovedì 13 aprile 2017

Cesarini: "Mazzola pensi meno a Civitavecchia, e più a Tarquinia"

Mancano 60 giorni al tramonto, ma Mazzola non molla; forse immagina di passare altri 5 anni da assessore o da presidente del consiglio, se vincesse il suo candidato Ranucci. Deve essere per questo disegno politico, che invece di fare il Sindaco attacca di continuo il M5S, riconoscendolo come unico e vero avversario nella campagna elettorale. Altrimenti non si spiega la rabbiosa presa di posizione di Mazzola alle verità che gli ho rivolto in tema di appalto per la raccolta dei rifiuti e il suo ennesimo tentativo di metterla in caciara per spostare l’attenzione altrove. Che c’entra Civitavecchia se parliamo dei problemi della nostra città? Io di questa città voglio occuparmi, come a Mazzola evidentemente non piace fare, se m’invita a pensare ai problemi di Civitavecchia, che sembra conoscere bene. Forse se dedicasse più tempo a Tarquinia le cose potrebbero funzionare meglio. E invece pensa sempre agli affari degli altri.

Ribadisco che negli ultimi 7 anni i tarquiniesi hanno speso molti soldi per un servizio di raccolta differenziata che non ha funzionato. E che fa Mazzola prima di andare via? Fa approvare un nuovo appalto, da 17.500.000 di euro, che ipoteca i prossimi sette anni e per giunta da un consiglio comunale privo del numero legale, poi annebbiato dall’arroganza del potere non accetta critiche e mistifica. Andiamo per ordine. L’assessore Celli, presentando il nuovo bando per la raccolta rifiuti ha detto di aver fatto propri i suggerimenti del M5S. Per noi quei suggerimenti sono stati il frutto di un’impegnativa elaborazione, basata sullo studio attento della situazione della nostra città e imparando da chi ha raggiunto livelli di raccolta differenziata molto alti e adesso applica la tariffa puntuale, tramite la quale i cittadini pagano in base a quanti rifiuti indifferenziati conferiscono; è una cosa semplice che anche Mazzola può capire.

Diciamo che le “mie lezioni” sulla differenziata la sua Giunta (Mazzola, Celli, Ranucci, …) le ha già fatte proprie, anche se non le ha applicate tutte. È mistificazione anche parlare di decoro e pulizia della città come fa Mazzola, mentre il tema è la raccolta dei rifiuti, che riguarda i soldi dei cittadini e l’ambiente. I Tarquiniesi vorrebbero sapere perché per 7 anni sono stati regalati all’appaltatore le centinaia di migliaia di euro, che il Comune poteva incassare dal conferimento di plastica, alluminio, acciaio, vetro, carta, oli esausti e perché l’appaltatore non è stato obbligato, come da contratto a fornire una costante azione di formazione e informazione dei cittadini, e infine vorrebbero sapere perché il Comune non s’è tenuto le deleghe di conferimento ai consorzi nazionali, per avere la certezza che molti dei rifiuti differenziati non finissero in un inceneritore. Ma anche questo aspetto a chi ha agevolato l’accensione della centrale a carbone forse non interessa molto.

Ernesto Cesarini
Candidato sindaco M5S Tarquinia

giovedì 6 aprile 2017

Consiglio Comunale in cinque, una brutta pagina per Tarquinia

L’opposizione solleva la mancanza del numero legale ma il consiglio comunale va avanti lo stesso. L’assise del 31 marzo scorso ci consegna un’altra immagine nitida, quella di un’amministrazione politicamente fallita; infatti solo 5 dei 10 consiglieri comunali che componevano la maggioranza originaria erano presenti a sostenerla. Il regolamento consiliare dice chiaramente che per poter deliberare un consiglio comunale in “seconda convocazione” debbano essere presenti almeno 1/3 dei 16 consiglieri assegnati: quindi per avere garanzia di un’adeguata rappresentanza e validità dell’assise sarebbe stata necessaria la presenza di un minimo di 6 consiglieri comunali.

Ciononostante, c’è stata l’arroganza di approvare anche il nuovo appalto rifiuti: una spesa secca con prelievo diretto dalle tasche dei cittadini per oltre 17 milioni di euro. L’amministrazione Mazzola-Ranucci-Celli sta per andare a casa con in tasca il fallimento dell’appalto precedente ma non si è vergognata di disporre la gestione del prossimo. E non basta che l’assessore all’ambiente abbia usato quasi tutto il suo intervento per dire che i miglioramenti apportati al capitolato, per superare le criticità del precedente appalto, derivano dal recepimento delle proposte presentate in commissione dal M5S. L’assessore ha di fatto annunciato un nuovo fallimento, perché nell’appalto manca la misura più importante proposta dal Movimento 5 Stelle: è quella che i cittadini paghino i rifiuti in base alle quantità che effettivamente producono e differenziano. Si chiama tariffa puntuale e la sanno applicare gli amministratori capaci. Punto. Tutto il resto è la melassa di chi blatera per gestire potere e alimentare la partitocrazia.

Erano in 5 ieri a dire di sì (Torricelli, Flumini, Rabuffi, Gentili, Palmini) a come far fallire ancora una volta un servizio pagato per intero dai cittadini. Non gliela faremo passare. A inizio seduta i consiglieri di minoranza hanno giustamente chiesto al presidente dell’assemblea di rinviare la trattazione degli argomenti all’ordine del giorno, ma i 5 consiglieri della maggioranza hanno bocciato la richiesta di rinvio.

Faremo ricorso al TAR per arginare quella che si configura come una vera e propria emergenza democratica.

Ernesto Cesarini