mercoledì 13 gennaio 2016

Trasversale Nord Orte-Civitavecchia: si faccia un consiglio comunale aperto

Valle-del-mignone-fotosimulazione-trasversale-nordPer Tarquinia non c’è tregua. La ferita dell’autostrada è ancora aperta ma la città deve affrontare l’emergenza ambientale della Trasversale Nord, ovvero il completamento della superstrada Orte- Civitavecchia. Un altro bel boccone per i signori del cemento e dell’asfalto, mentre il sistema ferroviario langue.

Siamo convinti che sulla Trasversale Nord la comunità di Tarquinia ha diritto all’ultima parola, perché non ne può più di aggressioni al proprio territorio attuate con la complicità di chi dovrebbe difenderlo. Le terre di Tarquinia sono tutte meritevoli di tutela; i comitati locali che vogliono salvaguardare questo o quel pezzo di territorio agiscono legittimamente per tutelarsi ma spostano il problema sulle terre altrui, mentre il Sindaco anche stavolta si è ben guardato dall’animare un pubblico dibattito per decidere in merito al tracciato, preferendo trattarlo in incontri per pochi invitati, perché è facile affrontarlo come un problema che riguarda solo i proprietari dei terreni su cui finirà.

zona industriale-Tarquinia

Zona Industriale di Tarquinia, Pian d’Organi

Un modo di fare, questo “del sì a tutto, senza confronto” portato avanti negli anni dall’amministrazione Mazzola in troppe occasioni, come per la centrale a carbone, mortificando il sacrificio di quelli che si erano battuti contro, anche con lo sciopero della fame, ed erano vicini all’obiettivo di bloccarla. Ha sbloccato la Zona Industriale di Tarquinia, 430 ettari sottratti all’agricoltura, in nome di ricchi operatori che a sua detta facevano la fila fuori dal Comune, per investire a Pian d’Organi e dare lavoro a tutti i disoccupati di Tarquinia; guardate che fine ha fatto l’area (foto): un unico capannone costruito con la scritta “Vendesi – Affittasi”, e ZERO occupati. Il Sindaco tentò anche di far approvare il progetto di un cementificio, portando in Consiglio Comunale documenti anomali, operazione per fortuna smascherata. Con una delibera consigliare su uno scarabocchio ha facilitato l’approvazione dell’Autostrada Tirrenica, che con il primo lotto, il 6A, ha già bruciato 122 ettari di terra agricola e ne divorerà ancora un centinaio con il lotto 6B, quando poteva battersi per l’ampliamento a 4 corsie dell’Aurelia, che sarebbe rimasta pubblica e gratuita e non avrebbe devastato il nostro territorio.

Per questi motivi chiediamo che venga indetto un Consiglio Comunale Aperto sulla “Trasversale Nord Orte-Civitavecchia”, prima di intervenire con qualsiasi delibera, perché tutta la città deve essere informata e dire l’ultima sul tracciato, avendo ben chiari i pro e i contro di questa o quella soluzione, perché i sindaci passano ma le opere devastanti rimangono.

M5S Tarquinia

domenica 3 gennaio 2016

Mozione Osservatorio Ambientale: Una vittoria politica che lascia l'amaro in bocca

consiglio-comunale-mozione-ovvervatorio-ambientale-fumataStavolta la maggioranza l’ha fatta grossa, bocciando la mozione presentata dal consigliere Marco Dinelli del M5S che chiedeva di nominare il rappresentante di Tarquinia nell’Osservatorio Ambientale istituito dal Ministero dell’Ambiente presso la Regione Lazio per controllare l’inquinamento attorno alla centrale a carbone di Civitavecchia. Si trattava di un atto dovuto, non solo perché prescritto dal Decreto VIA di Torrevaldaliga Nord, quanto per diritto dei cittadini a veder funzionare un presidio posto a vigilare per la salute delle popolazioni.

Oltre lo scandalo della mancata designazione, i consiglieri comunali che hanno determinato la bocciatura con 6 voti contrari (Mazzola, Palmini, Centini, Capitani, Baldoni, Torricelli, astenuto Gentili) e 5 voti favorevoli (Dinelli, Serafini, Meraviglia, Leoncelli, Regolo) si sono assunti la responsabilità di avallare la scelta terribile di Mazzola e degli altri cinque sindaci dei comuni prossimi alla centrale, che nel 2010 decisero di “boicottare” l’Osservatorio attraverso la mancata designazione dei propri rappresentanti, preferendo partecipare ad un consorzio finanziato dall’Enel per la gestione di un osservatorio ambientale non corrispondente a quello prescritto dal decreto VIA e non riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente.

Oggi, il sindaco Mazzola, ha la faccia tosta di tentare di difendersi sostenendo che la sua scelta è stata dovuta al mancato funzionamento dell’organismo. Ma chi doveva farlo funzionare se non l’impulso dei comuni più direttamente colpiti dall’inquinamento della centrale a carbone?
La difesa tentata da Mazzola lo inchioda ad una gravissima responsabilità, che noi non vogliamo confinare nel bottino della vittoria politica di aver spaccato la maggioranza, non ci interessa e tenteremo un’altra strada, perché quanto prima l’Osservatorio inizi a funzionare con una composizione adeguata a ben svolgere il compito di difesa della nostra salute; resta l’amaro di 5 anni persi, che lasciano ben intendere su cosa sia stata costruita la carriera politica del sindaco Mazzola, sospinta dal vento dei suoi fedeli servitori.