Tarquinia – “Quello che potrebbe essere l’insediamento dell’antica Rapinium, sorta nei pressi della foce del fiume Mignone, in un sito frequentato almeno dalla tarda età del bronzo, potrebbe scomparire, ricoperto dall’asfalto e dalle case. A San Giorgio ruspe e pale meccaniche sono in azione e occorre fare in fretta per salvare il salvabile”.
E’ quanto si legge in un comunicato diffuso dal Movimento 5 Stelle di Tarquinia, che prosegue: “Alcune settimane or sono il Consigliere Regionale del M5S Silvia Blasi, segnalava alla Soprintendenza per l’Etruria Meridionale e al Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, il ritrovamento di importanti reperti archeologici di grandi dimensioni riferibili ad un tempio, proprio nel sito dove sono in corso lavori di movimento terra per realizzare la prima delle lottizzazioni.
Ancora non abbiamo notizia di interventi di tutela da parte delle istituzioni allertate ma intanto gira insistente la voce del ritrovamento di un altro edificio templare. Il grave rischio è che, non sapendo le imprese appaltatrici di cosa si tratta, possano venir rimosse vestigia di valore archeologico assoluto. Potremmo essere in presenza di un tempio circolare, forse un sacello.
Fantasie? Riteniamo di no, perché i blocchi scolpiti fotografati in estate dal Prof. Tiziani, studioso di chiara fama e segnalati alle autorità competenti sono la prova inconfutabile che un pezzo importante della nostra storia si nasconde lì in quella terra e sta finendo miseramente per realizzare una lottizzazione che ha visto particolarmente interessati ad agevolarne l’iter sia il Commissario Prefettizio che lo stesso Prefetto.
Oggi quello che ci colpisce e ci amareggia è il silenzio del Sindaco Giulivi, che mentre in Consiglio Comunale annuncia con toni roboanti che Tarquinia l’anno prossimo festeggerà i propri tremila anni di storia, nulla ha fatto e sta facendo di quanto in suo potere per suscitare un intervento che potrebbe salvare ancora molta parte della nostra storia scritta sulla costa di Tarquinia, per questo ci appelliamo anche a lui per salvare il salvabile.
Oggi con le strumentazioni disponibili in dotazione al reparto specializzato dei Carabinieri sarebbe cosa rapida fare degli accertamenti con geo-radar sofisticati, in grado di andare in profondità.
Noi restiamo vigili a raccogliere ogni segnale possa arrivarci, invitando tutti quelli che possiedono informazioni utili a farcele pervenire, affinché quello che potrebbe essere il sito archeologico di Rapinium non scompaia definitivamente, anche se il suo nome sembra nascondere un amaro destino”.
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