mercoledì 2 maggio 2012

Si spendicchia?

C’è un punto di programma che noi non avremmo mai potuto scrivere né presentare agli elettori. Un punto che riguarda lo sviluppo economico e la crescita dei redditi di alcune categorie di lavoratori.
Un’opportunità a cui, in molti, potevano attentamente guardare per stilare i propri programmi e, finalmente, inserirvi qualcosa di vero e sostanziale anziché farcirli di sciocchezze, copiaticci e ravvedimenti dell’ultima ora.
Una certezza fatta di materia rara in questo tempo, sostanza e linfa per l’economia cittadina, denaro per servizi e occupazione, fosse anche stagionale.
Ma qual è l’”oggetto” misterioso annunciato da questa premessa?
Presto detto: la spropositata spesa per la campagna elettorale delle altre formazioni in competizione.
E sì! A ben vedere, tra le migliaia di “santini” buttati in terra o, più civilmente, gettati nei cestini in strada, i volantini da “tergicristallo”, i manifesti a gogò, le lettere recapitate da Poste Italiane ripiene di ogni stampato, le cene, gli aperitivi, le sedi affittate, i libri celebrativi per onanisti, uffici stampa a pagamento e, scusate l’ovvietà, “chi più ne ha più ne metta”, qualcuno poteva anche ben inserire nel suo programma elettorale – visto che le spese per questa mole di propaganda dovevano essere già previste – un bel punto programmatico: “Per dare lavoro alle tipografie, ai grafici, agli addetti stampa e finanche incrementare le assunzioni degli operatori ecologici, faremo le elezioni amministrative ogni anno!”.
L’intero ammontare delle cifre messe in gioco, purtroppo, ci sfugge ma non ci sfugge che alcune formazioni si siano impegnate per cifre che si aggirano intorno ai 20.000 Euro (ventimila euro) e, forse, ancora di più.
Ed è evidente per noi, che non riempiamo le cassette della posta con malloppi di carta, che non lasciamo in giro per la Città i nostri “santini” a mazzi, che non sottoscriviamo abbonamenti postali per invii di lettere in massa, che non sporchiamo le strade con disinvolta euforia, che non sprechiamo nulla di ciò che abbiamo ricevuto come contributo volontario, non avremmo potuto dare significativi apporti all’economia della Città con la nostra propaganda volta al risparmio.
Dobbiamo quindi ammettere che le nostre spese per la propaganda elettorale ammontano, tutto compreso, ad una cifra prossima ai 1.400 Euro, dei quali, circa la metà provengono dalla raccolta di contributi spontanei e volontari.
Tuttavia, un dubbio ci resta e ve lo giriamo: siamo sicuri che investire e spendere certe cifre sia la manifestazione di un seria e disinteressata dedizione alla cosa pubblica?

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