lunedì 4 agosto 2014

Le "non risposte" sul biodigestore: lettera aperta al sindaco Mazzola

Risposta-Interrog-Biodig.-e1407149755558In merito alla nostra interrogazione comunale del 6 giugno scorso riguardante le procedure autorizzative relative al progetto del “biodigestore” presentato dalla società privata “il Pellicano”, vogliamo con la presente lettera aperta al sindaco Mazzola esprimere il nostro disappunto per le risposte non soddisfacenti e tantomeno corrette che quest’ultimo ci ha dato.

Sig. Sindaco,

voglia cortesemente ragionare con noi su alcuni punti fondamentali che non richiedono né necessitano affatto del parere dell’Università della Tuscia o dell’ Istituto  Superiore di Sanità (ISS), come da Lei asserito dalla Sua risposta, e recentemente anche a mezzo stampa. Infatti il compito dell’ISS è quello di studiare la correlazione tra un aumento d’incidenza di gravi patologie umane in popolazioni sottoposte ad inquinamento ambientale e quindi piuttosto esamina la situazione sanitaria delle popolazioni che risiedono in luoghi in cui sono già presenti sorgenti di inquinamento. Qui nel nostro territorio tra Civitavecchia e Tarquinia abbiamo già un aumento di mortalità per Tumore di circa + 10 % rispetto al restante territorio laziale (dati della Sanità Regione Lazio), a causa di fonti altamente inquinanti a noi tutti ben note.  Perciò è palese che non si dovrebbe permettere l’insediamento di un’altra fonte altamente inquinante come questo tipo di industria detta biogas che, quando tratti materiale organico del tipo rifiuti (nettezza organica o FORSU), viene classificata per normativa vigente, “industria insalubre di prima categoria” e quindi il peggior tipo di industria che si possa autorizzare. Infatti tale normativa prevede che tale industria dovrebbe essere localizzata eventualmente in un territorio industriale e molto lontana quindi da abitazioni, fiumi e terreni agricoli.

Non serve perciò l’ISS per poter dire “no” a questo progetto che prevedrebbe un’industria insalubre di prima categoria in mezzo al cuore agricolo di Tarquinia, in una vasta area agricola con produzione ortofrutticola di qualità finanche con prodotti biologici. Non serve l’ISS ne’ bisogna essere “tuttologi” per dire che nel terreno sede del progetto industriale vi è una stretta vicinanza, da pochi metri e comunque entro i 500 metri, di decine di abitazioni e terreni coltivati ed aziende agricole di pregio. Come non considerare poi la vicinanza di poco più di 200 metri dal fiume Mignone, considerato ad alto rischio esondazione (come documentato dal nostro Consorzio di Bonifica). Tutto ciò non lo deve dichiarare ne accertare l’ISS ma la Sua capacità decisionale a favore della salute dei Suoi concittadini e dell’ambiente da cui Tarquinia trae la sua massima fonte reddituale oltre che il Turismo: l’Agricoltura, che potrebbe subire perciò una grave ripercussione negativa dall’insediamento di una tale centrale a fermentazione batteriologica ed a combustione di gas che di “bio” non hanno neanche l’odore.

Proprio a tutela della salute dei Suoi cittadini e del Suo territorio, Le ricordiamo che è ancora vigente la Determinazione Comunale del 2004 che impedisce la realizzazione di nuove centrali che riguardino i rifiuti se non che questi provengano esclusivamente dalla nostra cittadina. Ed invece per questo progetto c’è necessità di 25.000 tonnellate / anno di FORSU che quindi dovrebbe essere reclutata e recuperata da tutta la vasta provincia di Viterbo ed oltre, visto che Tarquinia ne produce non più di circa 1400 tonnellate / anno, quantità risibile per il funzionamento di detta centrale biogas.
Quindi essendo Lei Sig Sindaco la massima Autorità Sanitaria Locale, dovrebbe a nostro avviso esprimere dissenso assoluto a questo progetto preoccupante per le suddette possibili ripercussioni negative sul sistema agricolo e su noi cittadini di Tarquinia. Sig Sindaco si unisca con le associazioni ambientaliste, con la Coldiretti, con la CIA, con il Consorzio di Bonifica e con noi per dire No a questo progetto insalubre. Grazie.  

M5S Tarquinia

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