Coloro che sostengono il progetto della “Casa del Parto” a Tarquinia non dimostrano di avere a cuore la salute dei Tarquiniesi e di tutte quelle persone che, risiedendo nei paesi limitrofi, hanno sempre visto il punto nascita tarquiniese come un grande riferimento.
Anche nell’ottica della “demedicalizzazione del parto”, occorre evidenziare che i parti naturali possono presentare gravi ed inaspettate complicanze sia per la partoriente che per il nascituro.
I fattori di rischio inoltre aumentano sensibilmente nei casi in cui la partoriente, spesso straniera, si reca in ospedale al termine della gravidanza senza essere state seguita da un ginecologo durante il corso della gravidanza.
Per mantenere aperto un reparto di degenza ginecologica comprensiva di un’unità parto e sala operatoria, sono obbligatoriamente necessari almeno sei medici per la necessaria turnazione e reperibilità. Pertanto, anche le migliori ostetriche, seppur presenti in numero adeguato, non possono supplire le funzioni del ginecologo e/o del pediatra.
Un neonato che dovesse nascere mostrando problematiche respiratorie, non riporterà gravi conseguenze di salute solo se prontamente assistito nei primi minuti di vita da un pediatra esperto, unica figura in grado di garantire standard di sicurezza ottimali.
Stiamo assistendo perciò ad una politica ipocrita e vigliacca che finge di battersi per impedire la chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ops di Tarquinia, quando invece, nelle segrete stanze e in danno alla fascia di popolazione più inerme, appoggia incondizionatamente le decisioni di Zingaretti.
Marco Dinelli
Consigliere portavoce M5S Tarquinia
Nessun commento:
Posta un commento