Acqua sempre meno pubblica e sempre più cara. Dopo la recente consegna del servizio idrico integrato comunale alla Talete Spa (società di diritto privato, a capitale pubblico) ed il conseguente rincaro delle bollette, arrivano ora anche i soci privati. Avevamo già messo in guardia l’amministrazione Mazzola ed il Consiglio comunale di Tarquinia di questa eventualità, ma come al solito siamo stati ignorati da tutta la maggioranza, che nel giugno scorso ha votato per l’entrata in Talete, nonostante il nostro invito a ritirare la delibera.
Il 19 dicembre prossimo, infatti, l’assemblea dei sindaci dell’ATO1, capitanata dal presidente della provincia Mauro Mazzola, si riunirà per decidere l’eventuale collaborazione con un soggetto esterno, che come tutti sanno risponde al nome di ACEA Spa. Questo decreterebbe l’effettiva entrata di soggetti privati nella gestione della nostra acqua, tra cui il famigerato Caltagirone. Tutto avviene mentre i sindaci della provincia di Frosinone, con una votazione storica, danno il “benservito” ad ACEA, dopo anni di mala gestione e rincari sulle bollette, uscendo dalla convenzione del 2003 e recependo coraggiosamente le indicazioni dei cittadini.
E’ questo il modo con cui il PD intende rispettare l’esito della volontà popolare espressa dai cittadini tarquiniesi al referendum sull’acqua del 2011? Dove, vogliamo ricordarlo, a Tarquinia circa il 96% di 7.500 cittadini si espresse nettamente a favore di una gestione pubblica del servizio idrico (consorzi o aziende speciali) per assicurare un controllo democratico di un bene indispensabile per la vita di ognuno.
Ben diversa, invece, la posizione di molti sindaci della provincia di Viterbo, che non hanno aderito alla società Talete avviando il ricorso al Consiglio di Stato per difendere l’acqua pubblica e le tasche dei cittadini.
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