Il Movimento 5 Stelle chiede l’avvio dell’iter referendario per affidare ai cittadini la decisione sul destino dell’Università Agraria, ritenendo necessario il passaggio al Comune di Tarquinia del patrimonio dell’Ente. In tal caso la legge prevede un’amministrazione separata sotto la supervisione del sindaco e prevede altresì che rimangano inalterati gli usi civici, la loro consistenza e tutela nonché la loro finalità; è auspicabile poi una migliore utilizzazione del personale dipendente.
Dopo la fallimentare gestione degli ultimi anni, culminata col flop delle ultime elezioni dove votò solo il 42,98% degli aventi diritto, a cui seguì il disastro “annunciato” di marca PD, reso manifesto dalle dimissioni del presidente Alberto Blasi e dal successivo commissariamento, il M5S non legittimerà con la propria presenza un altro giro di poltrone e vuole che siano finalmente i cittadini di Tarquinia a decidere sul futuro dei propri beni ad uso civico (circa 7.000 ettari tra boschi e terre coltivabili e numerosi immobili). Lo prevede l’Art. 54, comma 5 dello statuto dell’Università Agraria, che recita: “Si potrà altresì procedere allo scioglimento di tali Enti mediante referendum da tenersi fra tutta la popolazione titolare dei diritti, previa adozione di apposito regolamento approvato dal Consiglio dell’Ente”.
Riteniamo che l’ente sia diventato un clone del Comune, usato ed abusato per scalate politiche, e intanto il patrimonio collettivo dei Tarquiniesi langue; ormai da vari decenni chi gestisce l’Università Agraria è incapace di renderla protagonista dell’economia agro-turistica di Tarquinia, generando ricchezza e posti di lavoro.
Il CDA dell’Agraria è composto da un presidente, 4 assessori e 16 consiglieri: praticamente un altro “consiglio comunale” e una giunta. Una distribuzione di poltrone inaccettabile per un ente che non dovrebbe fare politica ma soltanto amministrare bene e al meglio i nostri Beni Comuni.
Chiediamo quindi che siano i cittadini a decidere sul futuro dell’Ente, possibilmente prima della nuova tornata elettorale attorno alla quale i partiti hanno già iniziato manovre sopra e sotto banco, sognando di mettere ancora le dita nella marmellata per una propria politica clientelare a scapito dei Tarquiniesi. Non ci stiamo. Nei prossimi giorni avvieremo una raccolta firme per chiedere formalmente l’attivazione dell’iter referendario, invitando i cittadini a diffidare anche di quelli che chiederanno di essere eletti per cambiare l’Università Agraria da dentro.
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