Dopo la vittoria della coalizione che eleggeva Mencarini sindaco, occorrevano 5 mesi al primo cittadino per presentare le linee di mandato al Consiglio Comunale, invece dei 30 giorni previsti dallo Statuto (art.17). Quel ritardo era tutto un programma e segnava bene la distanza tra le intenzioni dichiarate dalla nuova Amministrazione Comunale di Tarquinia e l’azione conseguente.
La maggioranza, consapevole di essere espressione solo di un quarto degli elettori, a luglio 2017, all’insediamento del Consiglio, affermava come necessità politica la condivisione dei problemi più rilevanti e delle soluzioni con l’altro 75% dell’elettorato, anzi invitava la minoranza a partecipare con proposte da attuare. Quel proclama è stato un bluff.
I consigli comunali si sono rarefatti e quando hanno avuto luogo, salvo quello richiesto dalla minoranza sulla centrale a Biogas, sono stati appesantiti da ordini del giorno interminabili, con discussioni compresse, quasi fossero un disturbo. In tutto questo il M5S ha partecipato ai Consigli Comunali presentando ogni volta mozioni ed emendamenti e non è mai mancato ai pochi incontri dove è stato invitato. La lentezza inerte è la cifra di questa Amministrazione, così come il “fare male” è stata la cifra della precedente.
Ma Tarquinia non può permettersi di aspettare, mentre la maggioranza cerca equilibri e aggiustamenti impossibili per motivi che possiamo immaginare. La città è ferma da tempo, la situazione peggiora, il lavoro manca e la povertà aumenta. L’approvazione tardiva del piano annuale dei Lavori Pubblici avvenuta lo scorso marzo, è un esempio.
Nel passato prossimo il decisionismo dannoso ha fatto male a Tarquinia. Non è da meno però il non riuscire a dare un nuovo rilancio al nostro comune e alle sue potenzialità. Siamo di fronte ad una maggioranza che si caratterizza per immobilismo e “tirare a campare”.
Sfugge al contraddittorio ed evita i consigli comunali sconvenienti, quando invece occorrerebbe far emergere le idee. Non c’è confronto perché non c’è azione amministrativa; la macchina comunale arranca a gestire il quotidiano e manca di una “visione” della città.
Poi vi è il capitolo “trasparenza”, sancita da leggi e statuto: dove è finita? È inconcepibile che nel 2018 non si possano vedere in streaming le discussioni del Consiglio o consultare sul sito del comune tutte le delibere della Giunta, anche dopo il breve periodo di pubblicazione prescritto, per conoscere in ogni momento come il Sindaco e gli Assessori spendono le tasse che versiamo.
Insomma, lungimiranza e programmazione a lungo termine sembrano sconosciuti a questa maggioranza che, concretamente, ha scelto di spendere risorse e tempo per organizzare feste, ma molto meno si è impegnata a risolvere i reali problemi di questa città. Perché gli eventi vanno bene quando sono la ciliegina sulla torta. Il problema è che manca la torta.
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