Anche quest’anno, con una percentuale del 46,20% di raccolta differenziata, si registra un aumento minimo (un solo punto percentuale) rispetto all’anno precedente, decretando che la differenziata a Tarquinia è ormai ferma, e ben lontana dal famoso 65% che dovremo raggiungere entro il 2020 come previsto dalle direttive europee.
Nel 2014 i costi complessivi per il servizio di igiene urbana superano i 3 milioni e mezzo di euro, traducendosi in un ulteriore aumento della già salata tassa sui rifiuti.
Da questi dati è chiaro che il piano di raccolta rifiuti va completamente ripensato, e che questo appalto quinquennale non è stato all’altezza delle aspettative. A dirlo non siamo noi ma sono i numeri. Ci teniamo a ricordare infatti che secondo il bando d’appalto gli obbiettivi della differenziata sarebbero dovute arrivare alle seguenti percentuali:
- almeno il 50 % entro il 2011
- almeno il 55 % entro il 2012
- almeno il 60 % entro il 2013
Riteniamo che parte della responsabilità del fallimento di questi obiettivi contrattuali sia dovuta ad una politica inadempiente di questa amministrazione rispetto alle prescrizioni del contratto, come la mancata applicazione di molte penalità previste, e ad un’informazione superficiale data in questi anni alla cittadinanza.
Per il prossimo appalto ci aspettiamo un completo cambio di marcia rispetto a questi ultimi 5 anni, soprattutto per il Lido di Tarquinia, ancora scoperto da un servizio di raccolta porta a porta. La buona pratica della differenziata deve essere oggetto di un’accurata informazione ai cittadini, che vanno incentivati attraverso meccanismi premiali.
Ci auguriamo che molte delle proposte che abbiamo già fatto vengano messe in pratica, come l’incentivazione del compostaggio domestico, anche attraverso l’istituzione di un Albo Compostatori comunale.
Riteniamo inoltre inammissibile che i rifiuti differenziati valorizzabili (come carta, cartone, vetro, plastica, alluminio…) prodotti dai cittadini rappresentino soltanto un costo, mentre potrebbero trasformarsi in un RICAVO se il comune trattenesse i contributi CONAI per questi materiali, anziché cedere gli introiti alla ditta appaltatrice o ad altre ditte esterne! Questo circolo vizioso deve essere interrotto, con un conseguente risparmio per gli utenti, come succede in molti comuni virtuosi anche nella nostra provincia.
Non ci sorprende il modus operandi di questa amministrazione che continua imperterrita ad aumentare le tasse. Dopo la TASI alla massima aliquota è ora il turno dell’addizionale comunale IRPEF, che passa dallo 0,6% allo 0,8%, la più alta consentita, senza neanche prendere in considerazione una tassazione progressiva per riservare alle fasce meno abbienti un trattamento di favore.
L’ennesimo salvagente alla quale l’amministrazione non intende rinunciare, invece di una politica orientata al risparmio si continua ad aumentare la pressione fiscale indistintamente a tutti i cittadini.
Marco Dinelli
Consigliere portavoce M5S Tarquinia