L’opposizione solleva la mancanza del numero legale ma il consiglio comunale va avanti lo stesso. L’assise del 31 marzo scorso ci consegna un’altra immagine nitida, quella di un’amministrazione politicamente fallita; infatti solo 5 dei 10 consiglieri comunali che componevano la maggioranza originaria erano presenti a sostenerla. Il regolamento consiliare dice chiaramente che per poter deliberare un consiglio comunale in “seconda convocazione” debbano essere presenti almeno 1/3 dei 16 consiglieri assegnati: quindi per avere garanzia di un’adeguata rappresentanza e validità dell’assise sarebbe stata necessaria la presenza di un minimo di 6 consiglieri comunali.
Ciononostante, c’è stata l’arroganza di approvare anche il nuovo appalto rifiuti: una spesa secca con prelievo diretto dalle tasche dei cittadini per oltre 17 milioni di euro. L’amministrazione Mazzola-Ranucci-Celli sta per andare a casa con in tasca il fallimento dell’appalto precedente ma non si è vergognata di disporre la gestione del prossimo. E non basta che l’assessore all’ambiente abbia usato quasi tutto il suo intervento per dire che i miglioramenti apportati al capitolato, per superare le criticità del precedente appalto, derivano dal recepimento delle proposte presentate in commissione dal M5S. L’assessore ha di fatto annunciato un nuovo fallimento, perché nell’appalto manca la misura più importante proposta dal Movimento 5 Stelle: è quella che i cittadini paghino i rifiuti in base alle quantità che effettivamente producono e differenziano. Si chiama tariffa puntuale e la sanno applicare gli amministratori capaci. Punto. Tutto il resto è la melassa di chi blatera per gestire potere e alimentare la partitocrazia.
Erano in 5 ieri a dire di sì (Torricelli, Flumini, Rabuffi, Gentili, Palmini) a come far fallire ancora una volta un servizio pagato per intero dai cittadini. Non gliela faremo passare. A inizio seduta i consiglieri di minoranza hanno giustamente chiesto al presidente dell’assemblea di rinviare la trattazione degli argomenti all’ordine del giorno, ma i 5 consiglieri della maggioranza hanno bocciato la richiesta di rinvio.
Faremo ricorso al TAR per arginare quella che si configura come una vera e propria emergenza democratica.
Ernesto Cesarini
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