Le due mozioni del M5S all’ordine del giorno del Consiglio Comunale serale del 13 luglio (in allegato), potevano segnare la discontinuità dell’amministrazione Mencarini rispetto a chi l’ha preceduto ma così non è stato. Quella sui consigli comunali in orario serale è stata approvata all’unanimità con il sostegno di una sala stracolma, prova provata di un diritto negato ai cittadini da un decennio di consigli “sveltina” fatti di mattina, quando la gente lavora. Ringraziamo ancora i 720 sottoscrittori della relativa petizione.
Invece la mozione sull’uso della Sala Consigliare per iniziative d’interesse della comunità tarquiniese, è stata bocciata. La maggioranza ha scelto di non tagliare i fili col passato ed ha lasciato aperta la ferita inferta alla città dalla delibera di Giunta 473/2008, che nega con arroganza il diritto affermato dall’art. 1 dello Statuto Comunale. Il punto 5 dell’art. 1 sancisce che i cittadini possano riunirsi a discutere nella sala consigliare e in più, con solennità, onera il sindaco di incentivarne l’uso “garantendo e promuovendo la partecipazione democratica”.
Per ora continua a valere la vecchia delibera, dove è stabilito che “la Sala verrà concessa solo per lo svolgimento delle manifestazioni organizzate dall’Ente o da esso patrocinate”, da leggere: cittadini state alla larga, qui non c’è posto per la partecipazione democratica. Il regolamento sull’uso della sala, che la maggioranza, allargata all’uopo anche ai piddini Celli e Ranucci, s’è impegnata a redigere, è altra cosa rispetto alla mozione del M5S, che rivendica un diritto rispetto alla brutta delibera del 2008 e afferma il valore della partecipazione.
Il M5S di Tarquinia già dal primo consiglio ha voluto dare un segnale di come intende fare opposizione, propositiva e senza sconti, per dare risposta alle istanze dei tarquiniesi ma contemporaneamente denunciare le manfrine. Sono già in preparazione i materiali pentastellati per il prossimo consiglio.
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