Tarquinia, 07/01/2019. Se a maggio l’opzione pentastellata verrà scelta dai cittadini, Tarquinia potrà affrontare e risolvere vecchi problemi che gli altri hanno fatto incancrenire e lasciato irrisolti. Il M5S agirà per obiettivi con azioni basate su competenze e idee, che sono mancate a chi tra il 2007 e il 2017 ha sprecato 10 anni di opportunità. Non da meno sono stati i nuovi imbonitori, sbarcati a Tarquinia alla scorsa tornata elettorale, promettendo qualcosa più della Luna ma che al dunque si sono rivelati lo zero assoluto: zero mozioni, zero interrogazioni, zero idee.
Ma zero risultati vanno ascritti anche a Mencarini, sindaco per caso cooptato ad una manciata di giorni dalle elezioni e uscito di scena incolpando la propria maggioranza. Per capire come il M5S faccia la differenza parliamo di una questione complicatissima, dove tutti hanno fallito: San Giorgio, una nuova città di oltre 7.000 abitanti da costruire su una superficie estesa più del Lido di Tarquinia e raffrontabile con quella di Tarquinia capoluogo. Quelli prima di Mencarini hanno detto ai consorzi di lottisti: presentate i piani di lottizzazione e parta chi può, lasciando irrisolti i problemi delle acque reflue e dell’approvvigionamento d’acqua, arrivando a immaginare 11 diversi depuratori: follia.
Nel 2018, con Mencarini è stata rincorsa un’impossibile applicazione della legge regionale 28/80 per il recupero dei nuclei abusivi. Alla fine, arrivò il Commissario, che non sembra intenzionato a dare seguito a quanto iniziato dall’ex-sindaco. Ma il Commissario, invece di varare una soluzione realistica, basata sulla constatazione che il mercato immobiliare è clinicamente morto e occorrono per questo scelte urbanistiche diverse da quelle del boom edilizio di 50 anni fa, ha rilanciato l’idea di urbanizzare per intero i 180 ettari del comprensorio San Giorgio, ancora in buona parte terreno agricolo vergine. Per noi salvare parte del suolo da un’inutile urbanizzazione, oggi, non è più solo un’intelligente scelta ambientalista, è anche l’unica vera soluzione economica. Lo è perché senza un mercato immobiliare, le lottizzazioni originarie, spalmate su quasi 2 chilometri quadrati, diverranno ecomostri inconclusi: nessuno è più disposto a seppellire i propri risparmi in intraprese immobiliari a perdere, e le banche non sono più disposte a dare credito con facilità, come avveniva un tempo, se non a fronte di pesanti garanzie reali, e allora occorre ridurre la superficie dell’insediamento anche per ridurre i costi per urbanizzarlo.
Constatiamo purtroppo che come un commissario prefettizio 50 anni fa ci regalò i palazzoni che hanno irrimediabilmente deturpato il Lido, un altro commissario sta confezionando “ecomostri” a San Giorgio. Il M5S ha parlato a lottisti e consorzi con parole di verità, ricordando loro che a mercato immobiliare praticamente morto, occorre una proposta innovativa, basata su una significativa riduzione del consumo di suolo e che cammini sulle gambe dell’economicità; significa costruire un insediamento più compatto nella zona già compromessa dall’abusivismo. Tecnicamente si tratta di applicare la metodologia della perequazione urbanistica.
I lottisti devono rendersi conto che se vogliono coltivare il sogno di una casa al mare, lo devono fare armonizzandolo con gli interessi attuali e futuri della comunità di Tarquinia, che non possono più prevedere un enorme consumo di suolo per il nulla di case che il mercato non vuole. Non basta che vengano approvate 11 lottizzazioni, destinate ad essere abortite successivamente, per dire che il problema è stato risolto; no Commissario non è stato risolto, è stato ulteriormente aggravato.
Nessun commento:
Posta un commento